UN PO' DI STORIA
LA STORIA DELLE API E DEL MIELE
La storia delle api inizia sul nostro pianeta, molto prima rispetto quella dell'essere umano. Lo testimonia il ritrovamento di un'ape all'interno di un blocco di ambra fossile di ben 100 milioni di anni, in una miniera del Myanmar; l'ape più antica di cui si abbia traccia. Ma la notizia più significativa per la comunità scientifica è stato il ritrovamento, all'interno del fossile, di pollini e parassiti, che testimonia come il legame tra api e piante fosse già presente in un'era ancora dominata dai dinosauri. Quello che non sappiamo invece è quando le api, che si nutrono di nettare e discendono da vespe carnivore, siano diventate "vegetariane".
Gli antichi Egizi, per quanto ne sappiamo, sono stati i primi a praticare l'apicoltura organizzata, le prime notizie risalgono al III millennio a.C. La più antica raffigurazione in assoluto in cui vediamo l'uomo raccogliere il miele risale a 9000 anni fa, nelle pitture rupestri del periodo mesolitico rinvenute nelle Grotte del Ragno vicino Valencia in Spagna, ma la più antica testimonianza della vera apicoltura (che consiste nel fornire alle api una cavità artificiale in cui queste possono costruire un nido, allevare i loro piccoli e produrre miele), è giunta a noi dalla terra del Nilo; proprio da qui arrivano i primi documenti apistici.
"Il dio Ra pianse, le lacrime scese dai suoi occhi caddero a terra e si trasformarono in api. Le api fecero il loro alveare e si operarono con i fiori di ogni pianta per produrre miele e cera. Così anche il miele e la cera d'api fuoriuscirono dalle lacrime di Ra".
Da un antico papiro egiziano arrivato ai nostri giorni abbiamo trovato questa iscrizione che ci racconta come gli Egizi credevano che le lacrime generate dal pianto del dio sole Ra si trasformassero in api mentre colpivano la terra e di come il miele e la cera erano stati quindi associati alle lacrime del dio. Le api, per ciò, erano considerate sacre, un dono di Ra in persona, il quale aveva conferito loro un aspetto prezioso non solo per come queste contribuivano con la loro produzione all'economia e al benessere della società egizia, ma anche perché erano teologicamente importanti.
Proprio per questo motivo il miele era utilizzato anche nei rituali di morte, perché, oltre che conferire al defunto un incarnato dorato come d'oro era la pelle degli dei, si riteneva che fosse realmente sacro. Secondo le credenze degli antichi Egizi il miele aveva proprietà magiche, ma anche terapeutiche, quindi era utilizzato anche nella medicina. Il papiro Ebers ed il papiro Smith, documenti di circa 3500 anni fa, descrivono alcuni preparati curativi a base di miele. Quale importante antisettico, era utilizzato per le ferite, per malattie varie come all'intestino, agli occhi e ai reni, veniva applicato nella chirurgia per le sue proprietà cicatrizzanti ed anche nell'odontoiatria per le otturazioni dei denti.



Non solo nella civiltà egizia il miele era considerato pregiato; nel Medio Oriente il miele era usato per imbalsamare i cadaveri; nelle mani delle popolazioni greche e romane il miele veniva usato come dolcificante ed era considerato una grandissima ricchezza e gli uomini del passato ne erano golosi.
Gli antichi romani, e i greci prima di loro, erano soliti utilizzare vino e miele durante i convivi e i simposi, oltre che nei riti dedicati agli dei, quando alle entità soprannaturali venivano offerti in dono vino, miele e latte. Una delle pietanze storiche dell'antica Roma era il Mulsum: una miscela che vedeva uniti il nettare di Bacco (vino) con il prodotto delle api. Ogni cinque parti di vino ne veniva aggiunta una di miele. La pietanza ottenuta era poi lasciata a riposare per circa un mese in un'anfora o in un vaso chiuso, per poi essere filtrata e lasciata nuovamente ad affinare. Spesso veniva persino utilizzata come bevanda dalle proprietà medicamentose per chi soffriva di dolori di stomaco, acidità gastrica e reflussi.